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LA CULTURA DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DELL’INNOVAZIONE È UN’ATTITUDINE INNATA MA CHE SI PUÒ ANCHE APPRENDERE

La capacità di generare nuovi progetti e nuovo business, sapersi rinnovare e reinventarsi, è una delle attitudini dell’imprenditore italiano di ieri e di oggi che fa ben sperare per il futuro.

Viviamo in un paradosso dove le imprese esportano ed innovano nonostante non ci siano tutte le condizioni ottimali per farlo; ci riescono perché fanno affidamento sulla cultura del lavoro, non si accontentano ma vogliono fare una determinata cosa ancora meglio, hanno rispetto per le idee e per le competenze, continuano a coltivare una mentalità che sa adattarsi ai cambiamenti ed è resiliente alle complessità.

La cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione è un’attitudine innata per alcuni ma che può essere appresa da altri; è un processo in evoluzione destinato a lasciare segni positivi nella nostra società e nell’economia di oggi ma a evolversi nel tempo. Oggi è in atto un dialogo costruttivo tra una leadership culturale appartenente all’imprenditore del passato ed un nuovo modello di fare impresa: si sta accogliendo l’innovazione in modo aperto e dinamico, cercando di darne un senso rispetto ai bisogni attuali ma con la consapevolezza che non basterà un’idea per avere successo perché si dovrà pensare subito a come fare meglio domani.

Tutti insieme possiamo contribuire ad alimentare la cultura dell’innovazione e dell’imprenditoria, cominciando ad allenarci al cambiamento, accogliendo con curiosità ed interesse le novità, alimentandoci di punti di vista diversi dal nostro che ci permettono di moltiplicare le occasioni per fare esperienza, cancellando pensieri e parole che portano al “non si può fare” piuttosto che “ho sempre fatto così!”.

Sosteniamo e collaboriamo con chi investe nell’innovazione e vuole fare impresa perché sono coloro che contribuiranno a costruire la società del futuro nella quale probabilmente vivranno i nostri figli.

Ci sono realtà che fanno fatica ed in alcuni casi hanno anche cessato la propria attività; ci sono anche realtà che hanno successo. Questo è il pensiero con cui cerco di portare avanti i miei progetti “come posso fare meglio? Cosa posso fare di diverso che ancora non ho fatto? cosa hanno fatto quelli che ci stanno riuscendo?”

Alcuni estratti di notizie interessanti:

“TREVISO – Torna a crescere il numero delle imprese in provincia di Treviso. Non succedeva da ben 5 anni. Al 30 settembre 2017 lo stock di imprese attive provinciali, pari a 79.909 unità, ritorna a crescere rispetto al trimestre precedente (+139 unità, +0,2%). A confermarlo i dati della Camera di Commercio Treviso- Belluno” (fonte Oggi Treviso, settembre 2017)

“Piccole e medie imprese, c’è stata una rivoluzione e non ce ne siamo accorti. I dati dell’Osservatorio Pmi del Cerved dicono che anche le piccole imprese stanno tornando, per numero e salute, ai livelli precedenti al 2007. Salgono finalmente anche gli investimenti e il sistema si scopre molto meno bancocentrico”. (fonte Linkiesta 15 novembre 2017)

“Rapporto Cerved PMI 2017 – Cresce il numero delle PMI italiane: sono oggi più solide e aumentano considerevolmente gli investimenti”. (fonte Il Giornale delle PMI, articolo allegato)

“In Italia ci sono 760mila PMI (76% del totale imprese, pari a 996mila) che crescono del +5,6% in media all’anno. Nella filiera Logistica e Trasporti ci sono più di 34mila imprese con €120 miliardi di fatturato (il 5% nel totale settori produttivi)”. (fonte ricerca Banca Ifis sul Mercato Italiano, marzo 2018)

“Il fatturato delle industrie italiane ai massimi dall’inizio della crisi. Nel 2017 il valore del fatturato è salito del 5,1%, migliore performance dal 2011. L’indice destagionalizzato si è così portato al livello più alto dall’ottobre del 2008. Ordini saliti del 6,6%. Confindustria: “Nel primo trimestre 2018 dinamica del Pil superiore alle attese”. (fonte La Repubblica 22 febbraio 2018)

Rapporto Cerved PMI 2017 – Cresce il numero delle PMI italiane: sono oggi più solide e aumentano considerevolmente gli investimenti